L’olivo ha radici antichissime. Le origini di questa pianta sono estremamente remote. In Italia, le impronte fossili delle sue foglie risalgono al Pliocene. Tuttavia, i Fenici, un popolo di navigatori e commercianti, hanno lasciato tracce concrete della sua diffusione. Questo evoluto popolo ha introdotto l’olivo in Grecia. Durante le loro dominazioni, hanno esteso la diffusione dell’olivo anche nella penisola iberica.
Da quel momento, l’olivo ha intrapreso un viaggio inarrestabile. I Romani hanno contribuito notevolmente alla sua diffusione, portandolo in tutto il bacino del Mediterraneo. Introducessero l’olivo persino in Sardegna. In Corsica, i Genovesi hanno promosso la coltivazione dell’olivo.
Tuttavia, l’espansione dell’olivo non si è fermata ai confini del Mediterraneo. Dopo la scoperta dell’America, le piante di olivo sono state trasportate da Siviglia alle Indie Occidentali. Questa diffusione ha raggiunto il Messico e, in generale, l’intero Sud America. Ma oggi, dove ha continuato a espandersi questa prestigiosa pianta che da secoli ci delizia con i suoi frutti?
Ricerche recenti confermano che la coltivazione dell’olivo si è estesa anche in regioni inaspettate del globo. Oggi, troviamo l’olivo in Australia, in America Latina e in Asia. Questi nuovi ambienti dimostrano la resilienza e la versatilità della pianta in diverse condizioni climatiche e territoriali.
Questa diffusione globale dell’olivo dimostra che, oltre al suo significato simbolico, è una delle colture più note per la sua straordinaria capacità di adattamento. Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha scritto un nuovo capitolo nella storia dell’olivo. Oggi, l’olivo supera la barriera convenzionale del 46° parallelo. Questo fenomeno ha permesso la coltivazione di olivi in luoghi impensabili, come la Valtellina e il Friuli, mostrando una sorprendente abilità di adattamento alle mutevoli condizioni ambientali.
A livello internazionale, nazioni come il Brasile ambiscono a diventare grandi produttori di olio d’oliva. Questo obiettivo mira a soddisfare la crescente domanda interna, posizionandosi al secondo posto tra i consumatori di olio al di fuori del bacino del Mediterraneo.
Non ci stancheremo mai di dirlo: ciò che rende affascinante l’agricoltura è la sua capacità di sorprendere continuamente. L’agricoltura si adatta con resilienza ai cambiamenti climatici, alle interferenze dell’uomo e alle condizioni più estreme. Questo continuo adattamento vince la difficile sfida evolutiva.
Per un’azienda come #jollyitalia, che produce macchine a servizio dell’agricoltura, è un orgoglio accompagnare questa sfida con il nostro impegno nel lavoro e nella ricerca. Ci sentiamo parte del meccanismo di adattamento e continueremo a portare innovazione in un settore senza confini né geografici né climatici.